La sua prima citazione è del 4 maggio 1190. Fu ampliata dopo la peste del 1630 per adempiere ad un voto fatto dai parrocchiani, terminando nel 1642 i lavori. Al suo interno si trovano affreschi di Paolo Gerolamo Brusco, statue di Antonio Brilla ed un crocefisso di Anton Maria Maragliano. La chiesa è stata dichiarata monumento nazionale.