Borghi di Riviera > Liguria di ponente > Dolceacqua
Dolceacqua fu roccaforte ghibellina con Oberto Doria, figura chiave nelle vicende del borgo, in quanto vincitore alla battaglia della Meloria contro la flotta pisana, nemico dei guelfi di Ventimiglia e della famiglia nobiliare dei Grimaldi che furono allo stesso tempo assaliti e assalitori per oltre due secoli. La chiesa di San Giorgio, di impianto romanico posizionata all’ingresso del paese, custodisce nella cripta le tombe familiari, a sottolineare l’importanza di questo edificio di culto all’epoca del Marchesato. Nella parte più alta del borgo sorge il castello, imponente e sontuoso, che coi i suoi seicento anni di storia racconta il potere e l’influenza della Signoria all’interno della storia e delle vicende del luogo; abbarbicate sulla collina rocciosa che degrada verso il fiume sottostante vi sono una moltitudine di case costruite in pietra locale: questo nucleo che forma il quartiere medievale più antico si chiama Terra, e venne notato nel 1884 anche da Monet, il quale durante un soggiorno nel Ponente ligure lo descrisse come “Un luogo superbo, con un ponte che è un gioiello di leggerezza”.
Il borgo, che nasconde remote origini celtico-liguri, tra le tante supposizioni troverebbe la sue etimologia in Dus-Aga, ovvero il Dio degli Incantesimi, secondo la mitologia della popolazione dei Galli. Testimonianze storiche provengono da ritrovamenti archeologici di edifici denominati "Castellari", particolari tipologie di fortificazioni edificate in pietra a secco, originari dell'età del ferro, ritrovati nei pressi del borgo, confermerebbero il presidio in questi luoghi della popolazione dei Liguri Intemeli. Il primo nucleo abitativo venne costruito dai conti di Ventimiglia nell'undicesimo secolo, con l'edificazione del castello e di alcune case collocate sulla sommità della rupe, in posizione strategica da cui si controllava strategicamente la vallata e le strade che si intrecciavano ad essa. E' attestato nel 1200 l'acquisto di Dolceacqua da parte dei Doria, i quali favorirono l'ampliamento del castello e del centro abitato con un'estensione fino alle sponde del fiume. Dopo un periodo di rivalità con la famiglia Grimaldi di Monaco nel Cinquecento il feudo entra in una fase di pace e prosperità in cui Bartolomeo Doria cedette a Carlo II di Savoia i diritti territoriali su Dolceacqua, effettuando di fatto un'alleanza che durò fino al 1600, secolo in cui tra il Ducato di Savoia e la Repubblica di Genova scoppiarono ostilità. Nel secolo successivo, durante la guerra di successione austriaca, il territorio fu teatro di scontri tra gli eserciti schierati sul campo. a fine scolo, grazie alla cessione della contea di Nizza da parte del Ducato di Savoia alla Prima Repubblica francese Dolceacqua entrò a far parte del Dipartimento delle Alpi Marittime e il titolo marchionale della famiglia Doria perse validità con la soppressione dei feudi passati alla gestione napoleonica della Repubblica Ligure. Il borgo seguì successivamente le vicende dei luoghi limitrofi, passando al Regno di Sardegna che confluì in quello d'Italia nel 1861.