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“Cervo s’è tutta salvata in alto, è un monte di case e di scale. Gli ospiti che attaccano le lunghe salite per visitarla sono tutti pellegrini che lasciano in basso sull’Aurelia le vetture e portano in cuore la meraviglia di scoprirla” Alfonso Gatto. Raccolto su un’altura che guarda il mare, da oltre mezzo secolo tra i mesi di luglio e agosto il sagrato dei corallini, davanti alla chiesa di San Giovanni Battista, si anima di luci e delle note del Festival internazionale di musica da camera. La chiesa, uno dei maggiori monumenti barocchi della riviera di Ponente, è stata eretta anche grazie ai proventi della tradizionale pesca del corallo nei mari di Corsica e Sardegna.
Le origini romane di Cervo
sarebbero confermate dai frammenti di lapidi trovate vicino all'antica chiesa
di San Nicola e proprio attorno a questo edificio nacque il borgo primitivo
costituito da poche case. La posizione di Cervo, borgo arroccato su un piccolo
promontorio, era strategica, infatti da qui si poteva controllare la via
costiera e in particolare l'area del golfo dianese. Ma l'attuale assetto del
centro storico è di origine medievale: fu feudo dei Clavesana nell'undicesimo
secolo, borgo fortificato, passò nel 1172 sotto la giurisdizione di Diano
Marina e nel Duecento si staccò diventando consolato autonomo legato ai domini
genovesi. Nel 1326 divenne proprietà dei marchesi Del Carretto e poi tornò
sotto il dominio della Repubblica di Genova fino al 1797. Dal 28 aprile
del 1798 fece parte del V cantone della Giurisdizione del Capo delle Mele e dal
1803 diventò il centro principale della Giurisdizione degli Ulivi. Passò sotto
ai francesi nel 1805 e inserito infine nel Dipartimento di Montenotte, Regno di
Sardegna e Regno d'Italia.